Da oggi oltre a poter richiedere un infermiere professionista a casa tua avrai la possibilità di richiedere l’effettuazione di ECG, elettrocardiogramma holter e Holter pressorio grazie ai nuovi investimenti fatti per l’acquisto di strumenti touchscreen di ultima generazione, il tutto corredato da refertazione da parte di un medico specialista entro 24h.
Se ciò non dovesse bastare abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di medici e medici cardiologi per l’effettuazione di visite cardiologiche e non direttamente a casa tua.
Perché fare l’ECG?
Ci si sottopone ad un elettrocardiogramma per un semplice controllo di routine, per valutare la salute del muscolo cardiaco oppure per valutare l’efficacia della terapia per patologie come la fibrillazione atriale.
Quali sono i passaggi per prenotare la visita cardiologica con ECG a domicilio?
Chiama o scrivi ai numeri che trovi sul Sito, le nostre collaboratrici ti daranno alcune informazioni di base e poi contatteranno i nostri medici o infermieri a seconda delle esigenze.
Se hai bisogno di un elettrocardiogramma a domicilio verrà uno dei nostri infermieri direttamente a casa tua con strumentazione di ultima generazione.
Dove si può effettuare l’elettrocardiogramma?
L’ECG si può fare comodamente a casa tua, verranno i nostri cardiologi o i nostri infermieri direttamente al tuo domicilio, l’esame si può effettuare sia da posizione seduta che supina, a prescindere che il paziente sia autosufficiente o che sia allettato.
In cosa consiste e a cosa serve l’esame ECG a domicilio?
L’esame elettrocardiografico consiste nella rilevazione, registrazione e rappresentazione grafica dell’attività elettrica del cuore attraverso la quale si possono valutare e diagnosticare eventuali disturbi cardiaci o semplicemente effettuare controlli di routine.
Ad ogni impulso cardiaco generato dalle cellule elettriche del cuore corrisponde un evento meccanico riconducibile ad una delle 7 fasi del ciclo cardiaco.
L’attività contrattile del cuore, come tutti sanno, è autonoma diversamente dagli altri muscoli del corpo, questa specifica proprietà chiamata automatismo si rivela particolarmente utile nella chirurgia dei trapianti, difatti in particolari condizioni un cuore espiantato continuerà a contrarsi.
Vi sono due diversi tipi di cellule specializzate nella conduzione:
le cellule nodali e le fibre di conduzione, le prime generano l’impulso le seconde lo distribuiscono.
Il nodo senoatriale è il principale generatore di impulsi cardiaci, questo stimolatore naturale è dotato della proprietà di cui sopra, l’automatismo.
La sua attività è mediata dal sistema simpatico e parasimpatico, che rispettivamente accelerano o rallentano la contrattilità e quindi il battito cardiaco la frequenza del nodo seno atriale Difatti e all’incirca 100 battiti al minuto.
Una frequenza così elevata non sarebbe utile ad esempio nelle condizioni di riposo.
Come si svolge l’esame?
L’infermiere farà una prima valutazione del paziente, raccolta dati, APR (anamnesi patologica remota) e raccolta parametri vitali, posizionerà poi gli elettrodi sul torace del paziente (derivazioni precordiali) e sugli arti inferiori e superiori (derivazioni periferiche).
Una volta posizionati gli elettrodi si fa partire la registrazione dal monitor touchscreen che in automatico analizza e registra tutti i dati in formato PDF.
Una volta registrato si invia il file al medico cardiologo che lo visionerà e valuterà redigendo poi il certificato con referto che verrà inviato al paziente entro 24h.
La durata della procedura è di circa 15 minuti.
Quali sono le prime informazioni che otteniamo?
Attraverso l’algoritmo CRISP (cardiac rhythm identification for simple people) si possono, ad esempio, calcolare ritmo e frequenza che in situazioni fisiologiche e in condizione di riposo si attesta tra i 60 e i 100 BPM, al di sotto di questo range si parla di bradicardia o bradicardia severa mentre al di sopra dei 100 BPM si parla di tachicardia.
Le altre informazioni, che vedremo brevemente di seguito, sono invece più tecniche come ad esempio la presenza del complesso QRS, la sua ampiezza e durata, la presenza di onde P e T, se dopo ogni QRS vi è sempre l’onda P, valutazione del tratto ST e via discorrendo.
Queste valutazioni possono essere fatte immediatamente sul posto dall’infermiere che comunque dovrà sempre inviare il tracciato ECG al cardiologo per la diagnosi specialistica che ricordiamo è sempre di competenza medica.
Se invece avete bisogno della visita del medico cardiologo a domicilio, le nostre collaboratrici invieranno i vostri recapiti ai nostri medici specialisti che nel minor tempo possibile vi contatteranno per fissare l’appuntamento con il medico specialista che verrà a casa vostra e effettuerà direttamente lì una completa visita cardiologica.
Leggere ed interpretare l’elettrocardiogramma ECG.
Andando più nel dettaglio per interpretare correttamente un ECG effettuato a domicilio si deve procedere in maniera sequenziale, ossia verificare ogni aspetto singolarmente. Il metodo più utilizzato prevede quest’ordine:
- Frequenza
- Ritmo
- Onda P
- Intervallo PQ/PR
- Complesso QRS
- Tratto ST
- Onda T
- Intervallo QTc
- Asse elettrico
1) Per analizzare la frequenza si possono utilizzare due metodi il metodo blu e il metodo rosso, il primo vede il conteggio del numero di cicli il secondo conta il numero dei quadrati di carta millimetrata.
2) Il ritmo può essere regolare o irregolare, il ritmo regolare viene definito anche sinusale, si parla di ritmo irregolare quando le distanze negli intervalli R-R non sono equidistanti.
3) Onda P, rappresenta la contrazione dell’atrio e si ricerca nelle derivazioni D1 e D2, sicuramente negativa in aVR positiva in tutte le altre.
Un’assenza di quest’onda può far pensare ad una fibrillazione atriale, se assume una forma ‘bizzarra’ o che varia costantemente potrebbe indicarci una dilatazione atriale.
4) Intervallo PR o PQ, esprime il tempo che intercorre tra attivazione atriale e attivazione ventricolare. Se inferiore a 0,12 sec potrebbe trattarsi di sindrome Wolf Parkinson White, se superiore a 0,20 sec si parla di blocco AV di I grado.
5) Complesso QRS, la prima cosa da valutare è la durata dello stesso, se più ‘corto’ di 0,08ms si parla di complesso stretto indice di impulso sopraventricolare, diversamente si parla di QRS slargato indice ad esempio di blocco di branca.
6) Tratto ST, uno dei più analizzati indici di infarto del miocardio, a seconda che sia sopra o sottoslivellato si può parlare di STEMI (infarto transmural) o NSTEMI riconducibile alle patologie che rientrano nella SCA, sindromi coronariche acute.
7) Onda T che esprime la ripolarizzazione ventricolare e di solito ha la stessa direzione del QRS, cioè positiva in tutte le derivazioni ad eccezione di D3 e V1, dove l’onda T può essere negativa anche in condizioni normali.
8) Intervallo QTc rappresenta il periodo dall’inizio della depolarizzazione ventricolare (Onda Q) alla fine della ripolarizzazione. E’ un parametro molto importante in quanto un suo prolungamento può esporre il paziente ad un maggior rischio di aritmie ventricolari.
9) L’asse Elettrico, è la sommatoria di tutti i vettori presenti in un ciclo cardiaco, indica ossia la direzione di tutti i vettori elettrici che portano alla contrazione ventricolare.
Ricordate sempre che: se avvertite dolore toracico, irradiato al giugulo, alla scapola, agli arti superiori o in generale un senso di oppressione toracica con dolore costrittivo che dura più di 20 minuti senza interruzione ai cambi di posizione e con gli atti respiratori, non perdete ulteriore tempo e contattate immediatamente il 112.
Chiama o scrivi per avere informazioni ovviamente gratuite.
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Inf. Laurenti Davide